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Quattro chiacchiere al bar (seconda parte)

Editoriale del Trieste Photo News di Novembre / Dicembre 2014

Il cielo è terso e i raggi del sole bruciano l’aria. È ancora presto ma la spiaggia è già gremita di bagnanti. Inaspettatamente una leggera brezza marina si leva da sud rendendo meno opprimente la calura afosa. Tutt’attorno ombrelloni coloratissimi, sdraio, lettini e asciugamani allungati sulla sabbia. Al largo alcune barche a vela sembrano navigare con l’intento di completare uno scenario delizioso che evoca ricordi lontani, memorie di altre estati assolate e di spensierati passatempi in riva al mare. Un breve, nostalgico tuffo nel passato. Giusto il tempo per assaporarne la sensazione e poi la mia conversazione con Giuliano de Sylvula riprende virando su un nuovo argomento.

Fulvio: «La fotografia in Italia sta vivendo un momento di particolare euforia. Lungo tutta la Penisola si stanno moltiplicando i festival, le esposizioni fotografiche, i dibattiti, gli incontri con i grandi Autori. È strano che ciò succeda in un momento di recessione economica, ma soprattutto è curioso che succeda in un Paese abitualmente disattento alla fotografia. E allora ti chiedo, che sta succedendo?»

Giuliano: «Sì è vero, la fotografia in Italia sta vivendo un momento di grande vivacità, ma nel contempo anche un momento di particolare contraddizione, perché negli ultimi anni, accanto all’ormai perenne latitanza istituzionale, si sono annesse le defezioni, in termini di disponibilità e di risorse, dei settori dell’editoria e della pubblicità. Sembra che la vitalità della fotografia italiana sia, ancora una volta, conseguenza della smisurata cultura visiva del Paese, nonché dell’entusiasmo e della dedizione del volontariato. In fondo è una storia che si ripete. Alla fine del secondo conflitto mondiale, durante gli anni della ricostruzione, l’associazionismo fotografico visse una stagione fondamentale per lo sviluppo della cultura fotografica nazionale. Ed è significativo che una storica di fotografia, preparata come Antonella Russo, sostenga che le tante associazioni sorte nel dopoguerra sotto l’egida della FIAF abbiano avuto il merito di affrancare la fotografia dall’influenza delle altre arti, in quanto linguaggio del tutto autonomo. Oggi, pur con tutti i doverosi “distinguo”, succede qualcosa di analogo. Gran parte della vitalità a cui assistiamo è supportata dalla passione e dalla generosità dei Circoli Fotografici che, in qualche modo, cercano di supplire alle deficienze delle amministrazioni. L’esempio più evidente è quello delle scuole. In Italia sono pochissime le strutture pubbliche che rilasciano un diploma di secondo livello in fotografia; viceversa esistono tantissime scuole di fotografia private e innumerevoli meritorie organizzazioni formative amatoriali. Del resto non è una novità che nel nostro Paese si riscontrino notevoli carenze in ambito didattico statale. E il mancato insegnamento della fotografia, che (con i suoi 375 miliardi di immagini scattate solo nel 2011) è il medium più globale e più potente che esista al mondo, rappresenta una conferma inequivocabile dell’inadeguatezza dell’offerta formativa e culturale istituzionale. Peraltro una situazione simile si verifica anche nel campo dei festival e delle grandi mostre fotografiche, eventi che, spesso, troppo spesso, non sono supportati in modo adeguato da enti e amministrazioni pubbliche. Vivono grazie alla passione, alla disponibilità e alla competenza del volontariato. D’altronde oggigiorno quello che dovrebbe essere un assiduo dialogo fra privati e istituzioni assomiglia sempre di più a un mutismo deliberato e ostinato. E, come ebbe modo di dire nel corso di un’intervista Roberto Koch, fondatore e direttore dell’Agenzia Contrasto: “Non si può pretendere che il privato si sostituisca al pubblico nelle funzioni che competono a quest’ultimo.” Ma in Italia lo scambio di ruoli è frequente e non sempre a favore di un’auspicabile interazione. D’altra parte non c’è molto da stupirsi: il nostro è un Paese strano, un Paese in cui i comici diventano politici e sovente i politici si rivelano irresponsabilmente comici. Resta il fatto che, mentre in altri Paesi la presenza attiva dello Stato nella diffusione e nell’organizzazione di tutto ciò che concerne la fotografia si fa sentire, nel nostro no! È sufficiente un dato sintomatico per comprendere il fenomeno: il festival ”PHotoEspaña” di Madrid (oltre quattrocento artisti internazionali e più di cento mostre) può contare su un budget di quasi due milioni di Euro, di cui l’80% è di provenienza privata, ma il rimanente 20% (che corrisponde a quattrocentomila Euro) di derivazione statale. In Italia “Fotografia – Festival Internazionale di Roma” (tanto per comparare due realtà dislocate in due capitali europee), per quanto attiene alla partecipazione pubblica, può fare affidamento su un contributo comunale di appena ottantamila Euro. Certo in Italia ci sono problemi più urgenti da risolvere, ma se l’imbarazzante miopia della classe dirigente italiana continuerà a riflettersi negativamente su tutto ciò che ha attinenza con la cultura, allora non ci resta che sperare che la passione, l’entusiasmo e la professionalità del volontariato non vengano mai a mancare.»

…continua

FULVIO MERLAK

Quattro chiacchiere al bar
(prima parte)

Editoriale del Trieste Photo News di Settembre / Ottobre 2014

È mattina. Fa caldo e l’aria è leggermente afosa.
Il lungomare accoglie i primi bagnanti che stendono i loro teli colorati sul bagnasciuga. L’odore di salsedine è pungente. L’azzurro intenso del cielo e il blu cristallino del mare sembrano evocare memorie perdute.
Gli unici rumori sono quelli prodotti dal frangersi delle onde sulla battigia.

«Il mare è un antico idioma che non riesco a decifrare.»
Scandisce lentamente queste parole e, nel farlo, sembra quasi rammaricarsi d’averle pronunciate. «Non è farina del mio sacco. Magari lo fosse! Si tratta di una massima dello scrittore e poeta argentino Jorge Luis Borges.» Continua la lettura di Quattro chiacchiere al bar
(prima parte)

Leica, 100 anni di storia

Editoriale del Trieste Photo News di Maggio / Giugno 2014

La “Leica” è un apparecchio fotografico nato in  Germania nel 1914 e, continuamente  aggiornato, prodotto ininterrottamente dal 1924  ad oggi.

Macchina fotografica di eccellente  qualità, ha accompagnato la storia della  fotografia degli ultimi 90 anni, grazie alle sue  caratteristiche di robustezza, semplicità d’uso e  maneggevolezza. È nata come prototipo nel  1913, dalla fantasia e genialità di Oskar Barnak,  chiamato nel 1911 a dirigere il reparto di ricerca  e sviluppo della E. Leitz Optische Werke, ditta  produttrice di cannocchiali e microscopi ma  piuttosto modesta in campo fotografico.

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Meditate gente, meditate !!

Editoriale del Trieste Photo News di Marzo / Aprile 2014

Tra i vari social network, Facebook è sicuramente il più importante contenitore di immagini ma esistono altri social network quali Flickr o Instagram.

Abbiamo già visto in un precedente articolo che in Facebook pullulano gli autoscatti, i così detti Selfies. Tutti questi social network contengono solo selfie? Continua la lettura di Meditate gente, meditate !!

No Selfie, please!!

Editoriale: Trieste Photo News di Gennaio / Febbraio 2014

Lo sapete già?
“Selfie” è un termine recentemente  aggiunto alla Oxford English Dictionary.

Letteralmente  si può tradurre in qualcosa di simile ad autoscatto ma,  come ricorda Gianluigi Colin, in realtà rimanda  specificatamente alle riprese fatte a distanza di braccio  con un telefonino o molto più spesso con uno  smartphone. Se diamo una scorsa alle immagini  caricate su siti quali Facebook troviamo tonnellate di  esempi di selfie. Continua la lettura di No Selfie, please!!