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34° Gran Premio Fotografico – 3° incontro Colore

1° Classificato – SAULE Nevio
“No… femminicidi”

Con il termine “femminicidio” s’identifica un fenomeno molto ampio
che fa riferimento a condotte che mettono in pericolo la libertà, la
dignità, se non addirittura l’integrità di una donna; comportamenti che sovente culminano in tentativi di assassinio e troppo spesso anche in omicidi. L’immagine è composta da due soli elementi: un ramoscello di mimosa, meravigliosa pianta di colore giallo, emblema della festa della donna, artificiosamente insanguinata con del liquido di color rosso che gronda dai capolini sferici dei fiori. Una raffigurazione che trova nella sua semplicità, un’incredibile forza e un’innegabile efficacia e, in virtù di questo, diventa uno straordinario simbolo della lotta contro la violenza sulle donne.

2a Classificata – PAOLI Marisa
“Stazione Piazza della Rivoluzione – Metropolitana Mosca”

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L’immagine ci porta all’uscita da una stazione della metropolitana
moscovita, con le persone colte al volo, “sorvegliate” dall’austera
presenza delle statue di bronzo disseminate lungo tutta questa
meravigliosa fermata. Uno scatto spontaneo, dinamico, diretto, che
porta l’osservatore ad entrare nel flusso naturale della gente, per poi
rimanerne coinvolto, quasi si desiderasse entrare nella scena. Foto
apparentemente semplice, ma per nulla banale e soprattutto dotata di forte impatto.

3° Classificato – DE PAOLA Vincenzo
“Libreria pubblica, New York”


La fotografia è stata scattata nella sede della 5a strada della Libreria
Pubblica di New York. Venne inaugurata nel 1895 e oggi è presente
anche in altre zone della città della Grande Mela. Ospita oltre 20  milioni di libri, oltre 50 milioni di articoli: semplicemente enorme. La fotografia ci offre un’equilibrata visione di questa sala di lettura. La divisione a metà ben segnata dal corridoio, separa la lunga convergenza di scaffali che diventa quasi un punto sullo sfondo con l’area di lettura, anch’essa animata da una sequenza, ininterrotta di lampade da tavolo. La lettrice sulla sinistra e una seconda sul lato destro animano la scena al pari di una visitatrice un po’ fuori luogo armata di smartphone. E questo tutto in un’atmosfera perfetta.

4° Classificato – VERCESI Paolo
“Bostranda – Senja, febbraio 2016”


L’uomo, nella vita, dovrebbe sperimentare ogni tipo di deserto.
Perdersi nello spazio di un deserto “caldo” è condizione assai diversa
rispetto a quella che si incontra in un deserto bianco. In questo
secondo tipo tutto pare immobile e per percepire i mutamenti è
necessario espandere la coscienza, la percezione di sé. L’autore ha
colto un’atmosfera cristallizzata nella quale il sole ci offre l’unica
apparente variazione nel tempo. La piccola costruzione è la risposta
dell’uomo al grande freddo. È ben incastonata in un territorio nel quale lo sguardo vaga a perdita d’occhio. Il mare accentua la percezione di distanza visiva e fisica dello sfondo, che per condizioni ambientali, si mostra tanto affascinante quanto ostile.

5a Classificata – DONDINI TADDEI Lia
“Verso il lago d’Aral – Moynak la città fantasma (Uzbekistan)”

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Il ritratto ambientato è specifico del reportage, ma in questo caso di
ambiente c’è veramente poco. Una strada con due muretti e tutto il
resto nascosto dalle due barriere. Proprio per questo l’attenzione cade direttamente sui due protagonisti, di età differenti e con lo sguardo rivolto in direzioni diverse, quasi a raffigurare le loro ipotetiche proiezioni sul domani e sul futuro. Nulla di forzato nella posa dei due uomini, e quindi tutto risulta naturale, facendo risaltare la loro serenità e la loro dignità.

34° Gran Premio Fotografico – 3° incontro B&N

1° Classificato – RIVA Roberto


Le luminanze diverse in fotografia hanno sempre rappresentato un
elemento del linguaggio visivo molto forte e spesso assai ben utilizzato.
Un soggetto nel quale i suoi tratti distintivi, incastonati nell’azione, ci
narrano di un forte carattere espressivo, ricevono ulteriore enfasi da
una robusta dose di contrasto. L’Autore coglie due figure non più adolescenziali che esprimono le proprie identità al di fuori delle
convenzioni stilistiche attuali, attraverso una gestualità e postura assai ben ritratta. Entrambi gli sguardi sembrano imperscrutabili ma ciò offre la via, a noi che osserviamo la foto, di dar loro il senso e significato che sentiamo nell’istantaneità della visione. Lo sfondo, degno corollario, espande ulteriormente l’impronta voluta dall’Autore.

2o Classificato – STAUBMANN Giancarlo


In una navetta semi deserta dell’aeroporto, presumibilmente quello di Pisa, si consuma un bacio che infrange le regole dettate dall’attuale momento storico; ma si sa, al cuore non si comanda. Scatto rubato, caratterizzato da un’ottima inquadratura e da un bianco e nero che valorizza il momento magico, rendendo romantico anche un mezzo di collegamento da o per l’aeroporto. E la foto ci rimanda tutta la sensibilità interiore dell’Autore.

3a Classificata – PAOLI Marisa
“Palazzo Ducale, Mantova”

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Capolavoro dell’arte rinascimentale, la Camera degli Sposi del Palazzo Ducale di Mantova, è l’opera che Andrea Mantegna realizzò in onore di Ludovico Gonzaga e della moglie Barbara di Brandeburgo fra il 1465 e il 1474. Al centro del soffitto si trova il famoso e sbalorditivo “oculo”, una sorta di illusionistica apertura sul cielo sovrastante, primo trompel’oeil della pittura italiana. Appare quindi del tutto giustificato l’atteggiamento dei due giovani visitatori ritratti nell’immagine, intenti ad ammirare l’audace scorcio prospettico. La foto, decisamente ben composta, è impreziosita da una gamma tonale che offre ulteriore raffinatezza alle decorazioni pittoriche del Mantegna.

4° Classificato – GAUDENZI Nino
“Ripetizioni”


Tutti hanno certamente sperimentato quanto sia possibile rispecchiarsi nella realtà attraverso una fotografia. Lo specchio sappiamo essere implacabile verso chi vi si riflette, così come esistono altre superfici riflettenti molteplici, variabili, inattese e naturalmente inattendibili. Non è insensato ricordare la Prima lettera ai Corinzi, dove Paolo di Tarso scrive: “Adesso noi vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; allora vedremo faccia a faccia” (Capitolo 13, Verso 12) per rendersi conto di quanto antica sia questa coscienza del riflettersi. L’Autore di questa fotografia ha colto in una vetrina un riflesso, un riflettersi, ovvero un tornare indietro, creando la condizione dell’ideale triangolo fra il fotografo (allora) e noi, ora, che osserviamo la scena. La sottile perdita di coerenza visiva fra reale e riflesso ne estende il valore percettivo.

5a Classificata – BREGANT Aurora
“Autoritratto sbagliato”


L’Autrice ci offre un autoritratto impostato su una doppia esposizione che propone sfumature tutte da interpretare. Uno sguardo diretto, deciso, con le mani impegnate a nascondere una parte dello sguardo e della bocca, senza però riuscire a renderli eterei. La forza del pensiero sembra oltrepassare qualsiasi gesto, e la bellezza della donna non perde minimamente fascino, nonostante le barriere poste tra lei e chi la osserva.

34° Gran Premio Fotografico – 2° incontro B&N

1° Classificato – STERA Massimo

“Avviso di scadenza”

Seppur nel titolo manchi un’informazione importante, e cioè il “dove”, e nonostante la donna che compare dietro la colonna a sinistra sia un elemento di leggero disturbo, l’impatto estetico, come anche quello emozionale, sono così forti che ci fanno dimenticare all’istante qualsiasi tipo d’imperfezione. L’immagine risulta ironica e curata sotto l’aspetto estetico, perfettamente contestualizzata, con un bianco e nero che sottolinea la spassosa abbronzatura dell’uomo intento alla lettura della missiva, e con un’inquadratura che restituisce i giusti pesi della situazione ripresa.

2a Classificata – DONDINI TADDEI Lia

“Casa do Alentejo, Lisbona”

L’Autrice ci propone lo scorcio di un elegante salone, e c’informa che si tratta dell’interno di un palazzo aristocratico, la “Casa do Alentejo” di Lisbona. Il titolo risulta immediatamente utile, perché ci aiuta a capire che quella sala non è nient’altro che la “biblioteca social”, sorta all’interno dell’edificio nel 1928, per diffondere cultura, offrendo la lettura gratuita di libri e giornali a quanti, in quei tempi, non avevano i mezzi per potervi accedere. È evidente che, in virtù di questi ragguagli, anche la presenza del personaggio seduto al tavolo acquisisce significato e importanza. Il resto lo fa l’indovinata scelta della prospettiva e, soprattutto, l’azzeccata illuminazione laterale che impreziosisce la scenografia.

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3a Classificata – ZULIANI Franca

“Ritratti, ritratti (dalla mostra DeSidera)”

Le immagini dentro l’immagine. Coniugare il concetto di ritratto nelle infinite sue sfumature è una delle espressioni regine della creazione artistica. In esso albergano interi mondi percepiti, mediati e interpretati per se stessi e per coloro che vorranno viverli a loro volta. In questa fotografia, l’Autrice, ci permette di vivere un doppio mondo. Dal ritratto di altri per altri, offerto in un tempo definito, in un luogo che li accoglie, al ritratto di chi fotografa. Questo aggiunge nuovi strati visivi fatti di sfondi, dettagli passaggi inconoscibili e prospettive aggiunte. Il sottile movimento della figura, accostato alla base scura, che somiglia a un marciapiede di una improbabile stazione ferroviaria, aggiunge ulteriori e inattesi contesti narrativi.

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4° Classificato – CREVATIN Gianfranco

“La supplica, Chiesa serbo-ortodossa – Trieste”

Trieste è nota per la facilità con la quale, nei secoli, ha abbracciato tante religioni, lasciando alle comunità ampia libertà di culto. Il tempio serbo-ortodosso della Santissima Trinità e di San Spiridione è la Chiesa della comunità serbo-ortodossa di Trieste. Costruita nel 1869 si trova dove un tempo sorgeva la precedente Chiesa di San Spiridione edificata nel 1753. La Chiesa serbo-ortodossa appartiene a una delle giurisdizioni canoniche autocefale della Chiesa ortodossa. Di stampo bizantino trova le sue origini nel VII secolo dopo Cristo. Gli interni sono semplicemente stupendi. La fotografia trasmette il segno tangibile di una delle diverse forme di sentita spiritualità del popolo serbo. L’autore ci trasmette, con questa fotografia, oltre che l’umano gesto di un contatto autentico da parte della donna, anche il suo senso di rispetto, offrendoci un punto di vista discreto, non invadente, iconograficamente silenzioso.

5° Classificato – RIVA Roberto

Fotografia che potrebbe tranquillamente servire come inserzione pubblicitaria della chitarra elettrica nata in America nel 1959 grazie a Leo Fender; immagine di uno strumento che, per la sua storia, si armonizza perfettamente con il bianco e nero, peraltro molto ben gestito dal fotografo. I punti luce che danno risalto alle mani del chitarrista, nonché ai piroli e al manico, fanno “uscire” perfettamente tutte le componenti dallo sfondo nero, che, a sua volta, incornicia l’insieme. L’inquadratura e il taglio mettono in evidenza le ottime doti fotografiche dell’autore.