27° Gran Premio Fotografico per stampe in Bianco e Nero. Quarta serata

E’ arrivato alla quarta serata il consueto Gran Premio Fotografico per stampe in Bianco e Nero e la giuria composta da Cristina LOMBARDO, Ernesto PETRONIO e Fulvio MERLAK è stata chiamata a giudicare le 41 opere dei 15 partecipanti:

Renata AGOLINI, Manuela CECOTTI, Maurizio COSTANZO, Lucia CREPALDI, Gianfranco CREVATIN, Elena DEGANO, Lorenzo FEURRA, John GUBERTINI, Pierpaolo GUBERTINI, Daniele IURISSEVICH, Silvia MARTELLANI, Silvano MATKOVICH, Olga MICOL, Roberto RIVA, Giancarlo STAUBMANN.

La lunga e combattuta selezione dei cinque vincitori della serata ha portato alla seguente classifica:

5° Olga MICOL

4° Daniele IURISSEVICH

3° Roberto RIVA

2° Maurizio COSTANZO

1° Giancarlo STAUBMANN

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Nel corso della serata è stato anche consegnato il premio a Lucia CREPALDI che ha vinto il  primo posto al concorso 10° Microcosmi per portfolio su file.

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Sono stati anche presentati gli autori la cui raccolta di immagini va a comporre la mostra collettiva della serie Monologhi dedicata al tema “Natura Morta“.

Renata AGOLINI, Mirella COPPOLA DI CANZANOLucia CREPALDI, Gianfranco CREVATIN, Renata DEGANELLO, Franca DI LULLO, Fabrizio FABRIS, Adriana FONDA, Giorgio GIORGI, Pippo IALUNA, Cristina LOMBARDO, Ernesto PETRONIO, Paolo PITACCO, Ernesto PETRONIO, Giuliano SCUSSAT e Marco TERRENI.

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Giorgio GIORGI è stato anche segnalato per la sua costanza essendo l’unico che ha partecipato a tutte le serate della serie Monologhi e per questo gli rivolgiamo i nostri complimenti.

 

Incontro con Maurizio ZAFRET

La serata di oggi è stata l’opportunità per incontrare e intervistare Maurizio ZAFRET, già socio del Circolo Fotografico Fincantieri-Wärtsilä, e conoscerne le opere.

Maurizio ZAFRET, nasce a Trieste nel 1955. Si avvicina alla fotografia nel 1978 dopo aver ricevuto in dono da un amico una Voigtlander assieme alla dedica: “Usala, provala, divertiti, scatta e impara dai tuoi sbagli”.

A oggi, si potrebbe dire che quella dedica sia stata ampiamente onorata. Nell’avvicendarsi di altre macchine, altri obbiettivi e soprattutto, con l’arrivo della tecnologia in digitale, Maurizio incomincia a sperimentare e individuare una prima personale tecnica espressiva. Fondamentale sarà anche la sua passione per il mondo circostante, per le altre culture e per la cultura giovanile. I suoi viaggi in Europa e Sud America si fanno sempre più frequenti e lunghi.

Verso la metà degli anni ‘80 partecipa a due concorsi fotografici nazionali proposti dalla Lancia. Vince il primo e si classifica terzo alla seconda edizione. Poi per un lungo periodo il suo lavoro si effettua all’interno delle ”mura domestiche” davanti al PC e qui rintraccia il modo che gli consentirà di produrre una nuova proposta visiva, definibile come un’immagine che sta tra la fotografia e la pittura. Le fotografie utilizzate non subiscono variazioni attraverso manipolazione grafica. Si tratta di un intervento di sovrapposizione e di rimozione che permette alle foto di rimanere foto pure e al tempo stesso di trasformarsi in immagini che appaiono dipinte piuttosto che fotografate.

Maurizio fotografa usando la macchina fotografica come fosse il suo taccuino d’appunti e le foto raccolte divengono appunti. Gli scatti si rivolgono a graffiti, manichini, ruote, orologi, cordami, rifiuti ,oggetti quotidiani perduti o dimenticati oppure di culto o anonimi. Si lascia conquistare dai giovani Writers, dalle loro scritte che percepisce come simbolismi ricchi di spunti e messaggi.

Da luglio di quest’anno accoglie alcuni inviti e proposte di collaborazioni con due realtà di Trieste: Gary Lee Studio e Laboratorio degli In-Perfetti. Nel primo caso organizza, grazie all’ospitalità e all’attenzione di Gary, la sua prima mostra personale “Labirinti Invisibili”, inaugurata il 12 luglio e aperta al pubblico fino al 2 settembre. Nel secondo caso crea con la collaborazione di altri tre artisti, musicisti e artigiani, una proiezione audiovisiva dal titolo “Pour Elle”. Oltre al contenuto artistico e all’interesse suscitato nel pubblico, queste esperienze risultano esser state un’ottima integrazione per la nuova stagione creativa di Maurizio Zafret.

Per usare le sue parole “Tutto questo, mi fa sentire la gioia di poter vivere la fotografia e condividere il mio modo di vedere il mondo”.

Attualmente attivissimo e incessantemente al lavoro sta producendo nuovo materiale visivo e audiovisivo.

Raffaella DAL VI

Vi consigliamo un “giro” sul suo sito web www.mauriziozafret.it

“Silenzi del Nord” – Mostra di Donato Riccesi

E’ stata inaugurata questa sera la mostra di Donato Riccesi intitolata “Silenzi del Nord“. Mostra che rimarrà esposta presso la Sala Mostre Fenice fino al 13 marzo 2015.

La serata è stata anche l’occasione per incontrare l’autore triestino che si è descritto come un “fotografo senza flash e con poca pazienza” con una spiccata preferenza per la fotografia a colori e con un occhio di riguardo verso i grandi della fotografia italiana e la pittura in generale.

A breve realizzerà un libro fotografico su Gerusalemme. Non sulla splendida e suggestiva architettura della città, come sarebbe facile pensare vista la sua laurea in Architettura conseguita all’Università di Firenze, ma incentrandosi piuttosto sulle persone che vivono nella Città Santa.

Riccesi ha raccontato del suo viaggio tra le Orcadi e le Shetland manifestando la sua preferenza per la quieta solitudine del nord. Silenzio che ha ispirato il titolo della mostra.

Silenzi del Nord 4 - Donato Riccesi

Ho sempre provato un irragionevole trasporto per il Nord. Razionalmente ho cercato un perché, ma tuttora la ragione sta nascosta da qualche parte nella mia anima e non ha trovato una precisa risposta. Avevo visitato la Scozia, le Highlands, qualche anno addietro, e ne avevo subito il fascino: quella storia, quei silenzi, quegli spazi, quelle maree atlantiche, quelle popolazioni lontane, fiere e perdenti, tuttavia mai sottomesse…

Ma le isole a Nord sono un’altra cosa. Sono differenti, più estreme, lassù in alto, ai confini del mondo. Non sono neppure Scozia, se non da un punto di vista meramente amministrativo. Le Orkney un po’ di più, le Shetland affatto. Arcipelaghi di isole e isolotti scarsamente abitati ma con una storia antichissima dove non è raro imbattersi in tracce di civiltà e manufatti che risalgono all’età del bronzo. Ma non era la storia che cercavo. Forse cercavo solo un silenzio, una luce diversa, che a giugno non si spegne mai, con una notte che dura poche ore. Un modo per guardarsi dentro, per pensare, dove la natura è aspra e fortissima, gli animali e gli uccelli infinitamente più numerosi degli umani. Quella luce mi ha conquistato e dovevo fissarla, portarmela dietro per sempre nell’archivio della memoria per il resto della vita. La pace di quei villaggi al crepuscolo è indescrivibile, paiono sospesi in un tempo indefinito; qua e là tracce del nostro tempo, dove i frammenti della contemporaneità non sovrastano le preesistenze. Benché le Shetland vivano di un’economia basata sull’estrazione del petrolio, oltre che di pesca, e al largo vi siano decine di piattaforme offshore, viaggiando lungo queste ondeggianti strade solitarie, in un paesaggio glabro e senza alberi, vedevo altre cose. Ciuffoli di lana che vagavano nell’aria anche quando le pecore non erano in vista, e il frastuono degli uccelli marini sulle scogliere… e sui cartelli stradali: Attenzione! Attraversamento lontre! (al posto dei caprioli). E antiche distillerie di whisky dove tra le volte annerite e l’odore della torba evapora “la parte degli angeli”. Silenzi immensi, anche in pieno giorno, lungo i vicoli di antichi villaggi di pescatori; e memorie di guerre lontane, passaggi di prigionieri, anche italiani, deportati nel corso dell’ultima guerra. Ho colto una pervadente armonia in quei paesaggi, attraversati durante una settimana dilatata da sembrare lunga un mese. E un senso di appartenenza misterioso: a quelle solitudini, a quei mari. Un desiderio di ritornare che sinora ho allontanato nel timore di non poter ritrovare più le sensazioni provate in quel inizio giugno di quattro anni fa.

Forse è giusto così, in quell’isola che non c’è.” 

Donato RICCESI

 

Ringraziamo Renata Deganello e Marinella Zonta per le fotografie della serata.

Qui il sito web dell’autore.