Leica, 100 anni di storia

Editoriale del Trieste Photo News di Maggio / Giugno 2014

La “Leica” è un apparecchio fotografico nato in  Germania nel 1914 e, continuamente  aggiornato, prodotto ininterrottamente dal 1924  ad oggi.

Macchina fotografica di eccellente  qualità, ha accompagnato la storia della  fotografia degli ultimi 90 anni, grazie alle sue  caratteristiche di robustezza, semplicità d’uso e  maneggevolezza. È nata come prototipo nel  1913, dalla fantasia e genialità di Oskar Barnak,  chiamato nel 1911 a dirigere il reparto di ricerca  e sviluppo della E. Leitz Optische Werke, ditta  produttrice di cannocchiali e microscopi ma  piuttosto modesta in campo fotografico.

Barnak,  appassionato fotoamatore, per motivi di salute  mal tollerava il peso dei grossi apparecchi a  lastre, e sognava una fotocamera leggera e  versatile, in grado di produrre negative di  grande qualità.  Per i tempi solo un sogno, visti i limiti delle  emulsioni e delle ottiche di allora, che divenne  finalmente possibile agli inizi del XX secolo  grazie alle nuove strisce di pellicola  cinematografica a grana fine utilizzabili con  ottiche anastigmatiche perfettamente corrette.  La macchina fotografica di dimensioni ridotte,  capace di prestazioni pari a quelle dei grandi  formati allora in uso, era finalmente realizzabile  e Barnak ne definì le caratteristiche salienti:  obiettivo anastigmatico di 50 mm. e area del  negativo, 36×24 mm.. L’accoppiata consentiva  di impressionare un piccolo negativo  sufficientemente inciso da consentire  l’ingrandimento dell’immagine senza perdita di  qualità.

Nasceva così la “UR Leica” (acronimo  di Leitz Camera), piccolo apparecchio prodotto  in tre soli esemplari, composto dal contenitore  della striscia di pellicola, impermeabile alla luce,  da un sistema di trascinamento della pellicola,  da un otturatore a tendina ed una lente  anteriore diaframmabile. I tre prototipi vennero  usati a lungo da Barnak stesso e dai proprietari  della Leitz con ottimo successo, ma rimasero  lettera morta fino al 1923, quando, alla fine della  prima Guerra mondiale, il progetto venne  ripreso e migliorato con sostanziali modifiche:  otturatore a due tendine, con riarmo a tenuta di  luce, pellicola 24×36 in un caricatore  impermeabile alla luce che poteva venir  cambiato ovunque, mirino di ripresa, slitta porta  accessori, obiettivo fisso anastigmatico a 5 lenti.

La sistemazione dei comandi prevedeva il  bottone di avanzamento della pellicola e  contafotogrammi coassiale a dex. e bottone di  riavvolgimento a sinistra, uno schema rimasto  invariato fino ai giorni nostri. Era il 1925, e  nasceva la Leica 1. Si trattava di un prodotto  rivoluzionario, completamente nuovo, con  un’autonomia di scatti fino allora sconosciuta e  che modificava radicalmente la tecnica di  ripresa fotografica, mettendo al centro del  progetto le esigenze del fotografo. In tal senso  la fotocamera è stata dotata da subito di  numerosi accessori, realizzando il primo  sistema fotografico della storia. Sistema che ha  portato ad una evoluzione continua del modello  base, rimasto fedele a se stesso fino ai giorni  nostri. Le tappe dell’evoluzione più significative  sono state le ottiche intercambiabili con passo a  vite nel 1930 (Leica 1c), il telemetro accoppiato  alle ottiche nel 1932 (Leica II), i tempi lenti nel  1933 (Leica III), il tempo di 1/1000 nel 1935  (Leica IIIa).

Nel 1940 è avvenuto il passaggio a  un modello più grande e robusto (Leica IIIc),  capostipite di una serie modificata nella  meccanica ma rimasta praticamente uguale a  se stessa fino al 1956, anno della scomparsa  definitiva dell’anello portaottiche a vite a favore  del portaottiche a baionetta, nato nel 1954 con il  modello M3, primo della serie M. Con la serie  M, Leica ha raggiunto i vertici qualitativi più  elevati della storia della fotografia analogica,  anche grazie alla celebrità dei fotografi che  l’hanno adottata per le doti indiscusse di  praticità, robustezza, affidabilità e qualità delle  ottiche, ma, con la comparsa del digitale, ha  dovuto affrontare, nel XXI secolo, la più grossa  crisi dall’inizio della sua storia. Il digitale, in  tumultuosa evoluzione, ha trasformato  profondamente il mondo della fotografia,  rendendo Leica un oggetto fuori dal tempo. La  risposta dell’azienda è stata coerente con la  tradizione, mettendo sul mercato nuovi modelli  della serie M che, pur sostituendo la pellicola  con sensori digitali, hanno mantenuto intatte il  sistema di ottiche e le modalità d’uso della  macchina fotografica.

Di fatto ha rinunciato a  gran parte degli automatismi di ripresa,  obbligando il fotografo a mantenere il controllo  su tutti i parametri per calibrare e “pensare” lo  scatto dall’inizio alla fine, nella piena  consapevolezza di ciò che sta facendo. Una  filosofia nata con la fotografia analogica, che il  digitale ha relegato nell’oblio degli automatismi  o nell’artificiosità della post-produzione. In  conclusione una fotografia consapevole,  ricercata, dove lo scatto viene “visto” ancor  prima di essere catturato, dove il momento  decisivo è atteso e cercato nella propria mente,  e realizzato attraverso l’occhio del mirino  Galileiano.

GIULIO BONIVENTO

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