32° Gran Premio Fotografico Fincantieri–Wärtsilä – 4° serata B&N

Questa settimana si è tenuto il quarto Incontro riservato alle Stampe in Bianco&Nero del “32° Gran Premio Fotografico Fincantieri–Wärtsilä”.

Nell’occasione hanno partecipato 22 Autori con 76 immagini (un’ulteriore immagine, presentata a Colori, non è stata esaminata, né conteggiata).

Questa di seguito la Classifica definiva per il quarto Incontro B&N:

1° Giancarlo Staubmann

2° Sonja Marinsek

3° Walter Böhm

4° Ernesto Petronio

5° Guido Zoch.

La Giuria, dopo una prima selezione, compiuta ognuno in modo autonomo (su immagini assolutamente anonime), si è riunita in videoconferenza, e ha scelto dapprima un’immagine per Autore, e poi le cinque fotografie finaliste, stabilendo la classifica conclusiva.
Nel ringraziare il Responsabile di gestione degli Incontri, Fabrizio Fabris, e i miei due colleghi Giurati, Tullio Fragiacomo e John Gubertini, e nel complimentarmi con i cinque Autori delle immagini prescelte, invio un caro saluto a tutti.
Fulvio Merlak

1° Classificato: Giancarlo STAUBMANN
Quello dei “1950 American Diner” è un fenomeno che da un po’ di tempo si è ampiamente diffuso anche in Italia. Nati negli anni ’50 negli Stati Uniti, come tavole calde, oggigiorno i Diner sono una catena di locali per ristorazione veloce, che si distingue per un arredamento un po’ retrò, caratterizzato da sedie metalliche, divanetti in pelle, pavimenti a scacchi, bandiere americane. A servire ai tavoli non ci sono le tradizionali cameriere ma delle giovani “rollerball-girls” in divisa. L’Autore non ci dice dove è stata scattata la fotografia, ma un cartello segnaletico con la scritta “Uscita di emergenza” sembra svelare la dislocazione nazionale. E l’immagine ha il merito di riuscire, almeno per un attimo, a immergerci nella magica atmosfera degli “Happy Days”, nel clima spensierato di quegli anni, quando furoreggiavano i giubbotti in pelle e nei Juke Box risuonavano i mitici brani di Elvis Presley e Chuck Berry.

 

2° Classificato: Sonja MARINSEK
Il bianco e nero non aiuta ad identificare con certezza la specie di airone, ma poco importa; è l’ottima composizione ciò che caratterizza quest’immagine, nella quale il collo attrae subito l’attenzione nel sembrare quasi staccato dal resto del corpo. Un’immagine che viene valorizzata nella sua diagonale dalla scelta del taglio quadrato. Questo azzardo coraggioso ci ha convinto nel portare avanti questa fotografia che non poggia su schemi classici ritrattistici, ma dona vivacità a un bel soggetto, quasi curioso di venire a sapere chi lo sta osservando, con uno sguardo diretto che cattura, e con un ciuffo spettinato che arricchisce la rappresentazione, facendoci conoscere un’ulteriore particolarità della personalità del volatile. Ottima foto.

 

3° Classificato: Walter BÖHM
L’autore di questa immagine ha curato molto la simmetria del suo scatto nel momento in cui stava vivendo questa realtà. Ha colto in un attimo il dialogo dei soggetti in primo piano, la persona che in fondo sta sorseggiando qualche cosa, lo sguardo proteso verso quella convergenza all’infinito delle altre persone e la giovanile poca compostezza del fanciullo sulla destra. Non ritengo, in questo caso, preoccuparmi del mancato senso di movimento di questa navetta perché, a mio parere, l’esterno, grazie alla convergenza, muove lo sguardo proprio in quel punto, nel mezzo dell’immagine. Punto esterno che induce, grazie alla prospettiva, a cogliere con ancor maggior enfasi le microstorie, i vari piani presenti all’interno della navetta. Il viaggio, l’andare è come se non avesse una meta conosciuta e questo sembra liberare le persone da quel momento dell’essere che chiamiamo attesa.

 

4° Classificato: Ernesto PETRONIO
Questa fotografia, pur non presentando particolari accenti innovativi, ci permette di scoprire alcune possibili narrazioni sulle quali vale la pena soffermarsi. Ovviamente, ciascuno può e deve trovare la sua storia ma, secondo me, l’airone (così mi pare) che si trova al limite della prima barena, sembra del tutto immobile, cristallizzato, al pari del primo piano, con la superficie dell’acqua della laguna completamente ferma. L’acqua, poi, riflette la luce del cielo indubbiamente nuvoloso. Lo spazio è dilatato e lo sguardo, non fermato da altri elementi, si può posare sullo sfondo, sulla linea dell’orizzonte: questa è segnata da una fila di alberi che, a un primo sguardo, appaiono come mossi, agitati in modo così omogeneo da confondere l’osservatore, che però è anche rassicurato dal cielo, dal suo movimento non contrastato. La linea del cielo è indistinta da quel lieve mosso e, se vogliamo, lasciamo pure che si accompagni al volo del piccolo stormo che la sovrasta. L’acqua che riflette la luce, non permettendoci di sapere se e quanto è profonda, se si può aggirare in un qualche modo, diventa una barriera insormontabile, non valicabile. Questo stato non ci permette di andare oltre e restiamo fermi sulla nostra barena, potendo solo immaginare l’andare nella direzione della linea degli alberi. Andare oltre, così, è impossibile e l’airone sembra quasi un guardiano a difesa di quella quiete.

 

5° Classificato: Guido ZOCH
Ritratto ben eseguito, dove il volto è ottimamente bilanciato dal triangolo determinato dall’incrocio delle braccia. Buona la tecnica usata, anche se per spronare l’Autore a dare un’impronta più autoriale, il consiglio spassionato è quello di osare di più. Una valorizzazione del volto della modella, con un taglio più ardito e un atteggiamento delle mani più delicato, avrebbe donato più intimità all’immagine. La strada è quella giusta e l’uso corretto della tecnica si percepisce; ma liberarsi dagli schemi canonici per poter “scrivere” con la propria macchina fotografica e non solo fotografare, dovrebbe essere la prossima missione. Ottima ricerca.

 

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